A fine 2018 i Direttori Generali delle Aziende Sanitarie Locali della provincia di Cuneo Salvatore Brugaletta (ASL Cn1) e Massimo Veglio (ASL Cn2), unitamente al Direttore Generale dell’Azienda Sanitaria Ospedaliera Santa Croce e Carle Corrado Bedogni, hanno dato ufficialmente avvio alla fase operativa del progetto interaziendale “Territorio di cura – Emergenza e 118”.
Questo progetto – ideato e promosso sinergicamente dalle Strutture Complesse Emergenza Sanitaria Territoriale 118 dell’Asl Cn1 (Direttore dott. Luigi Silimbri) e Psicologia dell’Asl Cn2 (Direttore dott. Daniele Saglietti), dalla dott.ssa Donatella Galliano (referente Area Psicologia dell’Emergenza e Psicotraumatologia dell’Asl Cn1) e dalla Scuola di Umanizzazione della Medicina di Alba – si propone di articolare a livello provinciale un intervento multidimensionale, partecipativo e integrato in merito al tema dello stress lavoro-correlatonell’ambito dell’emergenza sanitaria, intesa tanto nel suo versante territoriale (SC EST 118) quanto in quelle ospedaliero (DEA di Alba, Cuneo, Mondovì e Savigliano).
A partire dal 2011 vige l’obbligo per le aziende sanitarie, al pari di tutte le aziende del comparto pubblico, di attuare un processo di valutazione periodico del fenomeno stress lavoro-correlatoper tutto il personale (L. 122/2010; D.Lgs. 81/2008): questo fenomeno diviene sommamente critico nel settore sanitario ed in particolare per i professionisti della salute, ciò a causa di un complesso di fattori contestuali strutturali e contingenti, che vanno dai continui cambiamenti/innovazioni di ordine sia organizzativo che clinico, alle ripercussioni che questi hanno sulla consapevolezza dell’utenza, all’aumentare e al diversificarsi della domanda sanitaria dovuta all’invecchiamento della popolazione ecc. Nell’ambito sanitario il fenomeno dello stress lavoro-correlatoè particolarmente critico proprio in considerazione della natura stessa della prestazione e per l’influenza che essa può avere sulla vita dell’individuo.
La letteratura e i dati internazionali (EU OSHA) e nazionali (ISPESL, INAIL, Ricerca Nazionale FIASO) evidenziano come all’interno del comparto sanitario siano proprio i Servizi di Emergenza/Urgenza quelli più esposti alle condizioni di rischio stress lavoro-correlato, necessitando quindi maggiormente di azioni di prevenzione e contrasto. Tutto ciò è stato confermato a livello locale da una ricerca condotta dal 2012 al 2014 dalla Medicina del Lavoro dell’ASL Cn1, che si proponeva di valutare lo stress lavoro-correlatodei lavoratori afferenti all’EST 118 della Provincia di Cuneo attraverso la somministrazione di un questionario psicosociale e la conduzione di focus groupmirati: il questionario ha evidenziato un gruppo di lavoro ad alto patrimonio di competenza ed esperienza, ma anche un collettivo da osservare con cura poiché soggetto a possibili danni occupazionali determinati dall’esposizione protratta nel tempo ai fattori di rischio fisici e psicosociali; i focus grouphanno restituito la necessità di perfezionare i profili professionali e di incentivare momenti di confronto interno per ridurre la sensazione di solitudine professionale ed accrescere il senso di appartenenza alla Struttura.
A partire da questi dati è stato elaborato un piano di lavoro su tre dimensioni riconosciute come importanti nel loro insieme per costituire una strategia di comprensione e contrasto al fenomeno dello stress lavoro-correlato: formazione, empowermentdella cittadinanza e ricerca.
Il progetto elaborato comprende quindi:
- Un percorso formativo che, coinvolgendo tutti i medici e gli infermieri dell’Emergenza Territoriale 118 della provincia di Cuneo e dei DEA di Alba, Cuneo, Mondovì e Saluzzo, diffonda competenze utili alla gestione dello stress lavoro-correlato;
- Un gruppo di psicologi/formatori su scala interaziendale, dalle tecniche di lavoro condivise, impegnato a creare un contesto professionale d’integrazione e collaborazione con i professionisti sanitari dell’emergenza in vista dei futuri interventi psicologici sulle situazioni di stress lavoro-correlatoparticolarmente gravose e non risolvibili dagli operatori stessi con i soli strumenti forniti in sede di formazione;
- Una campagna di sensibilizzazione/empowermentdella cittadinanza sull’accesso informato ai servizi di emergenza sanitaria territoriale e ospedaliere mirata per fasce di etàe tipologia di utenza e quindi diversificatasia dal punti di vista dei media utilizzati che degli stili espressivi;
- Un’attività di ricerca contestuale alla formazione sui flussi di pazienti presi in carico dal servizi di emergenza, in particolare sulla gestione del passaggio tra il territorio e l’ospedale.
La formazione
Obiettivo primario della formazione è quello di fornire strumenti di contrasto allo stress lavoro-correlatoper gli operatori sanitari (medici ed infermieri) dei servizi di urgenza territoriali (118) e per i medici e gli infermieri dei DEA delle Aziende Sanitarie della provincia di Cuneo. Contestualmente a ciò s’intende preparare e armonizzare le tecniche di lavoro di un gruppo di psicologi/formatori su scala interaziendale, con l’obiettivo di creare integrazione e collaborazione con gli operatori sanitari dell’emergenza/urgenza in vista di eventuali interventi psicologici in urgenza che non possano essere trattati in autonomia dagli operatori sanitari, esorbitando quindi dal campo degli strumenti forniti dall’attività di formazione che, di per sé (e per quanto estesa), corre sempre il rischio dell’estemporaneità: a tal proposito si segnala che, in seguito alla creazione del gruppo interaziendale dei formatori e all’avviamento dei lavori di questo, l’opzione di soccorso psicologico mirato di cui sopra è già attiva per tutto il personale sanitario della SC Emergenza Sanitaria Territoriale 118 e per quello dei DEA delle tre Aziende Sanitarie del cuneese.
Ciò detto, un continuo affinamento degli strumenti atti a contrastare lo stress lavoro correlatonon può prescindere da un’attività di formazione che in particolare preveda l’insegnamento di abilità psicologiche mirate alla tutela della salute mentale. A questo proposito sono state scelte modalità formative che, attraverso il coinvolgimento attivo del gruppo e lo sviluppo di una maggiore competenza nella sfera emotiva, possano potenziare le non technical skillse le strategie di coping, personali e interpersonali, dei professionisti. L’assegnazione della docenza agli operatori appartenenti a strutture complesse diverse di tutte le Aziende Sanitarie coinvolte facilita altresì la definizione di una rete di rapporti e di sinergie tra diversi servizi, favorendo al contempo l’accesso dei discenti ai Servizi di Psicologia per eventuali interventi di sostegno psicologico mirato all’elaborazione delle emozioni e delle esperienze potenzialmente traumatizzanti, sia a livello individuale che di gruppo, e all’elaborazione dei vissuti negativi relativi alle dinamiche relazionali.
Il progetto formativo ha una durata complessiva di 3 anni e intende formare tutti gli operatori del 118 e dei DEAdella provincia. La formazione, iniziata il 28 marzo 2019, comprenderà un corso di 7 ore divise in due mezze giornate, i discenti saranno divisi in 8 gruppi l’anno – 24 gruppi in totale – da 15 professionisti, 7 provenienti dall’emergenza territoriale (4 infermieri e 3 medici) e 8 provenienti dai 4 DEA coinvolti, ovvero un medico e un infermiere per sede di Pronto Soccorso. Così facendo il programma formerà 120 operatori l’anno per tre anni- circa 180 del 118 e 180 dei DEA nel totale dei tre anni, di cui 240 infermieri e 120 medici; il lavoro d’aula occuperà 420 h lavoro/anno complessive (280 h/infermiere e 140 h/medico) per il 118 e altrettante per i DEA, mentre il lavoro di docenza occuperà 112 h lavoro/anno complessive, ovvero 2 psicologi/formatori impegnati 7h per ciascuno degli 8 gruppi.
Empowement della cittadinanza
La relazione tra il curante e il paziente e i suoi familiari e caregivers viene messa particolarmente sotto stressin situazioni di urgenza, ciò non solo per l’estrema variabilità dei contesti d’intervento e dei setting di lavoro, ma anche perché spesso l’utenza, a causa di informazioni carenti o inadeguate, usa in modo improprio i servizi sanitari o mette in atto comportamenti inappropriati nel contesto degli interventi di emergenza sanitaria. Perciò Il progetto prevede un secondo ambito d’intervento, l’informazione mirata della cittadinanza, in modo da affrontare i gapinformativi relativi all’accesso ai servizi di emergenza territoriale ed ospedaliera, evidenziati tanto in letteratura quanto nell’esperienza quotidiana di lavoro degli operatori e che incidono in modo rilevante sullo stress lavoro-correlato di questi ultimi, oltre che sui costi del SSN.
L’informazione/comunicazione all’utenza circa l’uso appropriato dei servizi di urgenza avverrà mediante la realizzazione professionale di videoclip da proiettarsi in contesti diversi (scuole, sale d’attesa di ambulatori medici, sale cinematografiche), diversificati in maniera tale da rispondere alle esigenze del contesto di proiezione e del target di utenza che s’intende raggiungere. La principale diversificazione della campagna è per classi di età – adolescenti e adulti-, pertanto si è pensato di lavorare con stili espressivi e su canali comunicativi ad hocper i diversi target di utenza: a tal proposito sono stati coinvolti – nell’ambito della Legge 107/2015 dai commi 33 al 43 “alternanza scuola-lavoro’’ – gli alunni delle scuole medie superiori del territorio nella realizzazione di memee videoclip da diffondere sui social media; per l’utenza adulta è in corso di produzione una campagna più “tradizionale”, con video e infografiche realizzate a partire dal contesto di proiezione e dal target che s’intende raggiungere.
Ricerca
Il progetto include altresì una terza dimensione, che tenta di inquadrare su un piano più teorico gli interventi in sede di formazione ed informazione: uno studio quali-quantitativo articolato su due livelli d’indagine precisi del lavoro in emergenza e urgenza, gli interventi del 118 a cui non consegue trasporto in Pronto Soccorso/DEA (correlati ai tipi di patologia) e gli interventi del 118 a cui consegue trasporto ma non ricovero ospedaliero, potenzialmente correlati al tipo di patologia riscontrata e alle SDO.
Oltre a ciò il lavoro di formazione, come pure il lavoro di empowermentdella cittadinanza, sarà accompagnato da un’attività documentale sul progetto(indagine sulla funzionalità del modello formativo sperimentato con questionari sui discenti, feedbackdegli utenti sui video proposti ecc.) da pubblicarsi con finalità di implementazione e trasferimento: la trasferibilità è infatti l’obiettivo ultimo e più generale del progetto, una volta che – testato nel suo complesso – ne saranno verificati i profili di efficacia.